Aggregazione Cugnasco Gerre (Comune nuovo).22 febbraio 2005, come relatore di minoranza È stato più volte sottolineato, in questo dibattito, ma anche in precedenza, che il progetto di aggregazione Cugnasco-Gerre, o Comune Nuovo, che il Consiglio di Stato, con il messaggio 5568, propone di abbandonare, è sostanzialmente diverso da tutti gli altri, per caratteristiche proprie, ma soprattutto per il nodo essenziale del quartiere delle Gerre di Sotto appartenente alla città di Locarno, la cui popolazione ha ribadito nella votazione consultiva ma anche in petizioni e lettere di voler aderire al nuovo comune. Un caso più che speciale, unico, non esistendo nel Cantone nonostante qualche allarmismo in tal senso una situazione analoga. La situazione geografica è tale da escludere tentativi di imitazione. Ora diciamocelo chiaro, non fosse stato per l’implicazione di Locarno, questo progetto di aggregazione sarebbe
stato salutato con favore da tutti, anzi probabilmente già realizzato; questo in virtù della situazione territoriale, demografica e
socioeconomica che caratterizza il comprensorio. Chiunque sia stato sul posto avrà potuto agevolmente verificarlo. Invece ora si enunciano teoremi secondo cui chi sostiene il Comune Nuovo vuole smembrare Locarno, vuole frapporre
ostacoli insormontabili alle aspirazioni della città ad aggregarsi con i comuni dell’agglomerato urbano. Va bene che la nostra
è la repubblica dell’iperbole e a questa figura retorica si fa ricorso in continuazione! In un documento, peraltro molto apprezzabile, inviato dal Municipio di Locarno al Consiglio di Stato lo scorso 31 gennaio
in merito allo studio sulle nuove città si conclude con una dichiarazione pure da classificare come iperbole: Il progetto del Comune nuovo è nato da un gruppo di cittadini che si sono costituiti nel febbraio 1999, cioè esattamente sei anni or sono nell’Associazione Comune Nuovo, e che da allora hanno sostenuto con costante impegno le ragioni a favore una concezione del Comune che considerasse la naturale unità geografico-territoriale, la lunga consuetudine di collaborazione fra Enti e le molteplici esperienze ed attività in comune maturate nel corso degli anni. La collega Fiamma ha già illustrato in modo esaustivo le considerazioni demografiche, territoriali e sociali che stanno alla base della validità del progetto e non mi dilungo oltre su questo aspetto, limitandomi a riaffermare che la coerenza di questa aggregazione basterebbe da sola a consigliare di non abbandonarla in modo così frettoloso. Merita qualche considerazione anche la votazione consultiva il cui risultato è condizionato dalla prevalenza numerica
degli iscritti in catalogo di Locarno: 7601 (solo in città) su un totale di 9534 (ossia il 79%). Non c’erano quindi dubbi sull’esito
complessivo come su quello cittadino. Perciò sono necessarie alcune puntualizzazioni. Chiediamo di non abbandonare questo progetto nel rispetto di quanto sostenuto dalla maggioranza della popolazione interessata, anche se ciò deve comportare un sacrificio per la città. Senza il quartiere delle Gerre di Sotto, Cugnasco e Gerra Piano rimarrebbero con i loro problemi da risolvere e con la necessità di operare investimenti onerosi. Per contro il sacrificio chiesto a Locarno è relativo: si tratta del 2.88% del territorio comunale e del 3.53% della popolazione, mentre non viene intaccata minimamente la zona industriale e agricola sul piano di Magadino. L’opposizione di Locarno privarsi del quartiere (e senza una stimolante contropartita) è certamente comprensibile, ma spiace constatare l’atteggiamento estremamente rigido assunto, mentre sarebbe stato più costruttivo un aperto dialogo con la controparte, in particolare l’Associazione Comune Nuovo. Nel rapporto di maggioranza si dice che “Togliere alla città una "fetta" del suo territorio, equivarrebbe a uno schiaffo morale”, ma allora che cosa dovrebbero dire gli abitanti del quartiere e degli altri due comuni che vedrebbero cancellate le loro aspirazioni a costituire un comune territorialmente coerente e funzionale? La creazione di un forte polo cittadino nel Locarnese è nell’interesse di tutti, della città come della regione e anche di
tutto il Cantone. Le iniziative in tal senso si stanno moltiplicando, (con qualche evitabile rivalità) e mi auguro che esse
abbiano un seguito concreto in tempi ragionevoli, e questo indipendentemente dall’esito della votazione odierna.
Certo la difficoltà sono molte, i comuni vicini nicchiano, le finanze cittadine non sono purtroppo quelle di Lugano
ed è quindi indispensabile che anche il Cantone si attivi concretamente. Ma se un collegamento tra il progetto Gugnasco Gerre e le ipotesi di aggregazione urbana nel Locarnese c’è, questo sta semmai nei tempi. Non credo sia un caso che tutte queste iniziative siano sorte proprio in questi ultimi mesi in parallelo al dibattito sul Comune nuovo, anzi credo che esso sia stato proprio un stimolo “La Bella addormentata finalmente si sveglia” scriveva otto giorni or sono Giò Rezzonico sul Caffé; ebbene a questo risveglio che tutti salutiamo con favore, anche i fautori del Comune nuovo hanno dato un contributo non trascurabile. Qualche risposta:
Frazione di Valle (Genazzi) Fusione a due (Dominé) Lavertezzo Piano (Merlini) Coerenza (Dominé) In conclusione, l’abbandono del progetto per il nuovo Comune non serve a nessuno: si va contro la popolazione
delle Gerre che si sentirebbe vittima di un’ingiustizia, ma anche Locarno non guadagna niente in funzione
dell’obiettivo prioritario di aggregazione urbana. Invitando a sostenere il rapporto di minoranza e a respingere il messaggio di abbandono del progetto Cugnasco Gerre, auspico nel contempo che tutte le parti coinvolte (città, regione e Cantone) moltiplichino gli sforzi per avviare il processo di realizzazione della Grande Locarno. Interventi Prima pagina |