Linee direttive e PF 2008-2011
11 marzo 2008
Molto in sintesi vorrei toccare alcuni temi riguardanti la formazione, un settore sul
quale bisogna investire seriamente se si vuole che la nostra scuola pubblica possa
continuare a rispettare gli obiettivi fissati dall'art. 2 della LS: sviluppo
armonico di persone in grado di assumere ruoli attivi e responsabili nella società e di realizzare sempre più le istanze di giustizia e di libertà.
Ma investiamo davvero molto nella formazione?
Dai dati dell'UFS riferiti al 2005 (non mi si venga a dire che la situazione è
cambiata), il Ticino spendeva (cantone e comuni, non dedotti i contributi federali)
2690 fr pro capite per la formazione a fronte di una media svizzera di 3250 e si
trova al penultimo posto.
La spesa per la formazione costituisce il 20.5% del totale, contro il 23.6% della
media nazionale. Qui andiamo un po' meglio in quanto siamo al 22 posto!
Alla luce di queste cifre risulta chiaro che, nonostante l’obiettivo finanziario del pareggio deve esserci uno spazio
di manovra per migliorare la qualità della nostra scuola e aiutare chi vi opera, spesso in mezzo
a molte difficoltà e pressioni, con riconoscimenti scarsi se non nulli.
Un settore fondamentale è quello delle scuole obbligatorie, e lo è molto più dell’università.
Leggendo le Linee direttive sembra che la principale innovazione del quadriennio
riguarderà la preparazione dell'applicazione dell'Accordo intercantonale HarmoS,
che nonostante la deroga ottenuta per la durata del ciclo elementare, presenta
ancora parecchi aspetti preoccupanti. Penso agli standard di formazione che
potranno appiattire l'insegnamento su aspetti nozionistici e competitivi, e
condizionare anche i sussidi didattici, e mi riferisco pure ai cosiddetti "portfolio",
termine prestato dalla finanza che non promette nulla di buono.
La cultura, il sapere e la formazione della personalità sono un po' relegati in secondo piano.
Nel 2003 è stata parzialmente accolta una mozione di Raoul Ghisletta che
chiedeva scuole comunali di qualità su tutto il territorio. Nonostante ciò le disparità
tra gli istituti permangono. Disparità che riguardano sia le strutture, come palestre,
mense e altri servizi parascolastici, sia la conduzione. Solo una quarantina di istituti
dispone di una direzione, mentre i docenti responsabili sono oltre 120. Il fatto poi
che la direzione non viene sussidiata scoraggia la costituzione di istituti tra più
comuni con una direzione unica. Anche gli ispettori dopo l'unificazione dei settori
SI, SE, con una media di 131 sezioni per circondario, con punte di 170, incontrano
difficoltà a seguire tutti i docenti. Mi auguro che la mia mozione del giugno 2007 per
un potenziamento degli ispettorati venga trattata al più presto.
Il servizio di sostegno pedagogico è un elemento essenziale della nostra scuola
che permette di ridurre al minimo la scolarizzazione speciale. La riforma in atto
(scheda 6), molto penalizzante per i docenti;arrischia invece di peggiorare la qualità
di questo servizio. Eventuali modifiche al servizio possono essere attuate solo con
il coinvolgimento e la collaborazione degli operatori e devono essere adeguate alle
specificità dei due settori, scuole comunali e scuole medie.
Mi risulta che si è appena concluso uno studio, interessante e approfondito, sull'identità professionale del docente (scheda2).
C'è da augurarsi che non rimanga uno studio sulla carta, ma che sia l'occasione per interventi concreti volti a migliorare le
condizioni in cui operano i docenti, sempre più sollecitati ma sempre meno riconosciuti. Tutto ciò, sia ben chiaro
non può essere ottenuto “a costo zero”, e men che meno con una riforma in senso peggiorativo della Lord.
Dovrei ora parlare dei settori post obbligatori, licei, scuole professionali e ASP, ma non voglio abusare del tempo a disposizione.
Però non posso tralasciare un problema di stretta attualità: gli apprendisti delle
officine di Bellinzona. Potranno terminare la formazione? Ci saranno nuovi posti di
tirocinio nel settore? Ebbene i fondi per la formazione professionale potevano
essere utili in questo frangente. Ora chiedo a che punto siamo, quando la proposta
concordata tra gli iniziativisti e il DECS sarà portata in parlamento come promesso
da ormai diversi mesi? O ci dobbiamo preparare alla votazione popolare?
Interventi
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