Aggregazione del Gambarogno
23 giugno 2008, come relatore
Inizio dalla stretta attualità, ossia Euro 08, poiché ha fatto una breve apparizione anche un calciatore, Oliver Neuville, s
elezionato per la Germania, ma uscito dal settore giovanile dell’US Gambarogno. Questa società, fondata all’inizio
degli anni ’60, in controtendenza a quanto avveniva altrove, è solo una delle tante associazioni che fanno riferimento all’intera regione.
Il Gambarogno è infatti una regione che presenta già un notevole livello di integrazione, per cui l’aggregazione politica che oggi
ci viene sottoposta è la conclusione naturale di tutta una serie di collaborazioni cresciute nel tempo.
Non ci fosse stata l’opposizione di San Nazzaro e di conseguenza la proposta di aggregazione coatta, il messaggio e il rapporto
sulla creazione del nuovo Comune avrebbero potuto ridursi a poche righe e il nostro dibattito odierno avrebbe semplicemente
applaudito un’aggregazione tra le più evidenti per coerenza territoriale, razionalità amministrativa e progettualità.
Ma così non è stato, per cui siamo qui a dibattere sull’opportunità di coinvolgere anche San Nazzaro nell’aggregazione,
in modo da poter realizzare il progetto iniziale e completo sottoposto a votazione consultiva. Quello che io chiamo il progetto Gambarogno.
Progetto che è stato elaborato dall’Associazione dei Comuni del Circolo del Gambarogno su mandato dei 9 municipi
(anche questo è un segnale importante di identità regionale), e poi sostenuto con convinzione da 8 di essi, mentre l’esecutivo
di San Nazzaro, a maggioranza, non dava la propria adesione.
Anche l'informazione è stata completa e capillare, con ampia documentazione distribuita e serate pubbliche in tutti i comuni.
È perfino stata curata l'informazione in lingua tedesca per raggiungere anche quella parte di popolazione svizzera, ma non integrata,
che vive il Gambarogno solo come bella residenza.
Voglio sviluppare nel seguito alcune argomentazioni fondamentali, già esposte in interventi precedenti
di colleghi e del consigliere di stato, e a sostegno del progetto di aggregazione di tutti i 9 Comuni.
La prima è che il Gambarogno esiste già, manca solo il suggello politico istituzionale. Geograficamente costituisce un
comprensorio ben definito, pur presentando paesaggi differenziati con zone di pianura, rive lacustri, zone collinari ed una
vasta area di montagna. Il concetto, spesso dibattuto, di “entità territoriale coerente” previsto dall’articolo 3 della Laggr,
è per il Gambarogno rispettato al cento per cento. Ma non lo è più qualora si tolga un tassello come San Nazzaro.
Certo una contiguità geografica sussiste ancora sulla carta, ma il collegamento attraverso Indemini è del tutto teorico.
Un’aggregazione a 8 darebbe luogo quindi a un Comune decisamente spaccato in due con un’enclave e di conseguenza
una penalizzazione dei tre nuclei del Basso Gambarogno con uno spostamento del baricentro verso Magadino.
Ma il Gambarogno esiste già anche come comunità: i gambarognesi si sentono esi definiscono gambarognesi prima
che abitanti di un singolo comune. Le numerose collaborazioni in ambito politico (scuole, turismo, piano regolatore), culturale e
ricreativo testimoniano un’integrazione regionale molto radicata.
La seconda ragione a sostegno del progetto originale sta nella doppia maggioranza ottenuta da questo progetto in votazione
consultiva. Il 67% di votanti e otto Comuni su 9. In ambito federale un’iniziativa è accolta se ottiene la maggioranza di popolo
e Cantoni. Nel nostro caso la legge non prevede lo stesso meccanismo, anche perché il voto è solo consultivo.
Da parte dei rappresentanti del gruppo di studio che ha elaborato il progetto, è stato ribadito fermamente che
alla popolazione è stato sottoposto un progetto ben preciso che prevede l’aggregazione dei 9 Comuni,
e non una soluzione parziale. I 1366 cittadini che hanno votato SI lo hanno fatto pensando all’intero Gambarogno,
non a una parte. Non sappiamo quale potrebbe essere il loro indice di gradimento per
un’aggregazione a otto, ma è facile intuire che sarebbe molto inferiore.
Terzo elemento è l’interesse generale. L’art. 9, lettera b della Laggr. ci dice che il Gran Consiglio può decretare
l’aggregazione anche nel caso di un preavviso contrario di un Comune, quando la partecipazione di quel Comune
alla costituzione di un nuovo Comune è necessaria per ragioni geografiche, pianificatorie, territoriali, di sviluppo economico,
di funzionalità dei servizi e di apporto di risorse umane e finanziarie. Un concetto più volte confermato dal Tribunale federale.
Deve cioè prevalere una valutazione dell’interesse generale rispetto all’esito del voto consultivo nei singoli Comuni.
Ora è più che evidente che questa condizione è pienamente soddisfatta nel caso del Gambarogno. Oltre alla coerenza territoriale,
già menzionata, va evidenziata anche la questione della funzionalità di alcuni servizi pubblici. Infatti solo l’aggregazione
a 9 consentirà di sciogliere numerosi consorzi o convenzioni in vigore, che sono il risultato di una consolidata collaborazione
regionale; mi riferisco a scuole, pompieri, raccolta rifiuti, polizia.
Penso in particolare al PR consortile, frutto di un’iniziativa coraggiosa e lungimirante di oltre venti anni fa, che è da tempo
in fase di revisione e che risulta essere sempre più condizionato dai freni insiti nella forma consortile. Il passaggio
a un PR comunale, con la sola necessità di integrare Contone, consentirà di riprendere con maggiore celerità la pianificazione del territorio.
Con un’aggregazione limitata a 8 comuni consorzi e convenzioni dovrebbero essere rinegoziati e le difficoltà legate alla struttura
consortile ci sarebbero ancora tutte. Anche alcuni progetti, come quelli legati alla valorizzazione del litorale, sarebbero
messi in forse senza il coinvolgimento di San Nazzaro.
Inoltre altre soluzioni sono del tutto inapplicabili. Dopo il risultato della votazione consultiva, è impensabile un abbandono,
come pure l’eventualità di formare due comuni, idea già scartata all'inizio dello studio.
Le obiezioni del municipio di San Nazzaro (o meglio della sua maggioranza, visto che due municipali sostengono l’aggregazione coatta)
sono quelle che ritroviamo in queste occasioni:
il risultato della votazione consultiva di cui ho già detto;
la teoria secondo cui le aggregazioni coatte devono costituire l’eccezione, non la regola: ma è proprio così, questa sarebbe
la sesta su 31 progetti e 100 comuni non e quindi non sembra proprio essere la regola.
la situazione finanziaria con il moltiplicatore al 75% ossia 10 punti in meno di quanto ipotizzato per il nuovo comune,
fatto che ha indubbiamente influenzato il voto. Certo che la solidarietà è assente!
Va osservato che la forza finanziaria di San Nazzaro, pur buona, non è garantita in futuro. Ad esempio questo
comune limita gli ammortamenti al minimo di legge, per cui il raddoppio previsto dalla recente revisione
della LOC comporterebbe per San Nazzaro maggiori oneri;
la presunzione che un'aggregazione a 8 sarebbe perfettamente funzionale, mentre presenta invece,
come visto in precedenza, numerose controindicazioni.
in più San Nazzaro lamenta una presunta disparità di trattamento con Mezzovico per il quale il Consiglio di Stato
non ha proposto la coatta. A questo proposito mi limito a far notare che la commissione, proprio a seguito di
questa differenza, non ha per ora aderito al messaggio sull’aggregazione parziale di Monteceneri.
Il Comune del Gambarogno che si estenderà su una superficie di 5'189 ettari con una popolazione di circa 4'700 abitanti,
sarà un comune di medie dimensioni certamente in grado di realizzare gli obiettivi che si è posto.
Ma sarebbe anche la prima aggregazione nella zona del Verbano, e potrebbe fungere da esempio e da stimolo per avviare
finalmente qualcosa di concreto anche nel polo urbano del Locarnese.
In conclusione invito il Gran Consiglio ad approvare l’aggregazione dei nove Comuni del Gambarogno, per dare a questa
regione che ha già una propria identità anche un’unità politica e istituzionale.
Al Municipio di San Nazzaro mi permetto di chiedere di riconsiderare la propria posizione in nome di uno spirito
di solidarietà regionale che esiste e che dovrebbe essere al di sopra degli interessi locali.
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