Mozione “Harmos: non solo adeguamento al concordato intercantonale,
ma opportunità unica per un cambiamento positivo del nostro sistema scolastico”
23 febbraio 2010
La mozione di Claudio Franscella e cofirmatari riprende quanto già si auspicava nel rapporto di maggioranza della Commissione
scolastica di un anno fa a proposito dell’adesione del nostro Cantone al concordato HarmoS. Nel rapporto si invitava infatti il
Consiglio di Stato “a voler utilizzare l’occasione - determinata dalla revisione delle leggi che seguirà - quale opportunità per
una revisione non solo tecnica ma anche di contenuti, principi ed obbiettivi dell’intero sistema scolastico ticinese.”
La mozione riprende pure parecchi temi e problemi importanti già segnalati in atti parlamentari, come il sostegno pedagogico da rafforzare
di cui parleremo dopo, e in prese di posizione di associazioni vicine alla scuola e collegi di docenti, spesso poco considerate dal DECS.
La necessità di rivedere i programmi, specialmente quelli della scuola elementare per adattarli alle nuove situazioni e per coordinare
meglio il settore con quello che precede (SI) e quello successivo (SM) è innegabile. Ciò anche in relazione al fatto che con l’obbligo
scolastico anticipato a 4 anni diventerà ancora più impellente la necessità di disporre di maggiori risorse che invece erano state diminuite
quando nel 2002 si erano unificati amministrativamente i settori prescolastico ed elementare. Ad esempio gli ispettori di scuola elementare
si sono dovuti assumere anche le scuole dell’infanzia senza avere alcun rinforzo.
Rivedere i programmi certo, senza però dimenticare che la scuola oltre a trasmettere conoscenze e competenze deve contribuire alla
formazione del cittadino consapevole, come ben statuito dai primi due articoli della legge della scuola. Detto in altri termini
non devono essere in discussione alcuni capisaldi quali il principio di integrazione e non di selezione e l’obiettivo
delle pari opportunità.
Rivedere i programmi non significa, per fare un esempio estremo ma illuminante, diminuire storia e geografia per
far posto a inglese e informatica.
Si dovrà invece affrontare seriamente il problema del ruolo dei docenti, alla luce anche dello studio sull’Identità professionale
del docente del 2007 - a proposito che fine ha fatto? - che avanzava interessanti proposte per rispondere alle nuove
esigenze che si sono create nel campo dell’insegnamento. Proposte rimaste nel cassetto forse perché la loro attuazione
costa qualcosa e intanto il Ticino resta malinconicamente agli ultimi posti nella spesa scolastica.
La mozione riprende pure uno dei chiodi fissi del PPD, quello della libertà di scelta delle famiglie in rapporto all’obbligo
scolastico a 4 anni. Su questo punto non concordo: le eccezioni, come oggi, possono essere determinate da motivi oggettivi
(di salute) ma non da scelte personali. L’obbligo scolastico non può essere elastico.
Ci sono pure altri due aspetti legati ad HarmoS che occorrerà tener presente.
Uno è il mantenimento della scolarità facoltativa a tre anni. Già nel rapporto commissionale dello scorso anno si chiedeva
al Consiglio di Stato “l’impegno a continuare a sostenere questo anno facoltativo di Scuola dell’infanzia. I problemi dovuti alla
diversa situazione legale e pedagogica dei bambini e il probabile aumento del numero di bambini, dovuto al ritardo nell’ammissione
alla scuola dell’obbligo non devono portare a una diminuzione dell’offerta attuale.”
La seconda è il miglioramento dell’offerta di servizi parascolastici quali mense e doposcuola, oggi ancora insufficienti e,
per le scuole elementari, lasciate alla buona volontà e alle risorse disponibili dei singoli comuni, determinando
le ben note disparità regionali.
Il messaggio del Consiglio di Stato, pur concordando sostanzialmente con la mozione, rassicura che tutto è a posto,
tutto va bene, seguendo un cliché collaudato anche nelle risposte ad atti parlamentari o altre sollecitazioni provenienti
dal mondo della scuola.
Il rapporto del collega Giorgio Pellanda, recepisce per contro le preoccupazioni alla base della mozione, come pure quelle presenti
in altri documenti rispetto ai quali il DECS non ha mostrato molto interesse.
Ho però firmato con riserva, assieme agli altri commissari PS, il rapporto del collega Pellanda, in quanto, aderendo a una
proposta della Lega, si è voluto inserire un paragrafo in cui si tessono le lodi delle scuole private e si auspica
un’analisi del nostro sistema scolastico, insegnamento privato compreso. Un’aggiunta fuori tema e del tutto fine a se stessa,
che il relatore, nel suo slancio ecumenico ha voluto far propria, accontentando la Lega. Non poteva certo a questo punto ottenere
un’adesione unanime come sperava.
La nostra scuola pubblica, quella dell’obbligo in particolare ha bisogno urgente di essere rafforzata, con una decisa inversione
di rotta nella politica scolastica. Basta con dunque con i tagli ma si aumentino decisamente le risorse a disposizione.
Ben venga allora il gruppo di lavoro, ampiamente rappresentativo di tutte le componenti della scuola, che si occupi dell’implementazione
di HarmoS affinché essa non si limiti agli aggiustamenti di leggi e regolamenti, ma costituisca l’occasione per un vero rilancio
di questo fondamentale settore scolastico. Sia però ben chiaro che questo rilancio non può avvenire a costo zero, come spesso
si pretende in queste occasioni, altrimenti la nostra scuola rischia davvero di andare alla deriva.
Ma le premesse non sono certo buone. Nelle sue considerazioni in merito all’iniziativa popolare “Aiutiamo le scuole comunali,
per il futuro dei nostri ragazzi”, il Consiglio di Stato (o meglio il DECS) non usa mezzi termini per dire che non vuole
nemmeno entrare in discussione. L’iniziativa secondo il DECS va respinta punto e basta. (facciamo già – non si può) Ciò con poco
rispetto dei quasi 10'000 firmatari. La commissione scolastica ha invece deciso di approfondire per tentare di presentare
un controprogetto, ciò che ci saremmo aspettati anche dal Consiglio di Stato.
In conclusione il nostro gruppo aderisce alle conclusioni del rapporto, pur deplorando l’inserimento di una frase inopportuna.
Personalmente scioglierò la riserva alla conclusione del dibattito.
Messaggio del CdS e rapporto
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