Concessione degli aiuti finanziari al Festival internazionale del film di Locarno per il periodo 2011-2015
21 giugno 2010
Porto l’adesione del gruppo socialista al messaggio e al rapporto commissionale per la concessione degli aiuti finanziari al Festival internazionale
del film di Locarno per il periodo 2011-2015. Un Festival che si appresta a proporre la sua 63 edizione con l’obiettivo di confermarsi e magari
anche migliorarsi in quantità - penso al pubblico della piazza e delle sale - come pure in qualità e mi riferisco allora al livello dell’offerta culturale
che è già ora riconosciuto in ambito nazionale e internazionale.
La macchina organizzativa è ormai avviata per risolvere i mille problemi che ogni anno si presentano in relazione al programma,
alla logistica, all’informazione, agli ospiti, alle tecniche cinematografiche in continua evoluzione, e ovviamente alla necessità di far
quadrare il bilancio.
Si affronta la 63 edizione con una situazione logistica sempre precaria. Cinque anni or sono il rapporto commissionale denunciava
questo stato di fatti che costringe gli organizzatori a montare e smontare le diverse strutture, parte delle quali in affitto, con spese
dell’ordine di 700'000 franchi. Cito dal rapporto di allora “è auspicabile che i responsabili si attivino di concerto con la Città di Locarno
e con gli altri Comuni della regione che sussidiano la manifestazione, p.es. indicendo un concorso di idee, allo scopo di agevolare la
progettazione a medio termine di un palazzo attrezzato per le esigenze tecniche e ricettive della rassegna.” 5 anni dopo siamo
ancora ben lontani dalla realizzazione di questo “palazzo del cinema”. Non sono mancate le iniziative naufragate per un motivo o l’altro
come ad esempio il centro sul sedime dell’ex aerodromo di Ascona o la torre nei pressi della rotonda di piazza castello.
Ora sembra che la soluzione giusta sia sta trovata nel palazzo delle ex scuole comunali, con un investimento attorno ai 30 milioni.
Speriamo davvero sia la volta buona. Intanto il FEVI, che inizialmente doveva essere un ripiego, da oltre un ventennio permette
di disporre di una sala che non sarà forse il massimo del comfort, ma può ospitare oltre 3000 spettatori e non vedo come possa
essere sostituita in un prossimo futuro anche con il nuovo palazzo. Certo che questo FEVI, senza il Festival c’è da
chiedersi a cosa serva veramente.
Detto dei problemi di struttura, il Festival costituisce indubbiamente il maggiore appuntamento culturale dell’intera Svizzera, ciò che
deve costituire un motivo di orgoglio per il Locarnese, sempre pronto a piangersi addosso, ma anche per tutto il Cantone che lo
sostiene attivamente. Il rapporto commissionale analizza esaurientemente la questione dell’impatto culturale del Festival sulla realtà locale
con considerazioni che condivido pienamente. In effetti al di fuori dei dieci giorni della rassegna, ben poco rimane sul territorio a ricordare
per il resto dell’anno che Locarno è sede del quarto festival europeo. Una lacuna segnalata dagli addetti ai lavori e da molti
operatori culturali già a partire dagli anni ’70 e quindi non facile da superare. Ciò non deve però sminuire la grande occasione
che il Festival offre al nostro Paese per un arricchimento culturale realizzato attraverso produzioni cinematografiche di ogni parte del mondo,
che non facendo parte della grande distribuzione non potranno essere viste al di fuori della rassegna locarnese. L’anno scorso qualcuno si
è lamentato per la scarsa presenza delle star a Locarno; non credo che sia questo un problema, anzi il Festival non deve cedere a queste tentazioni -
oltretutto costose - ma rimanere fedele alle proprie caratteristiche. Tra queste vorrei sottolineare la folta partecipazione dei giovani, fra
cui molti ticinesi, capaci di farsi 5-6 proiezioni giornaliere magari anche snobbando la piazza, ma prediligendo il concorso e le sezioni collaterali.
E non bisogna dimenticare il ruolo di Cinema e gioventù che permette ogni anno a una trentina di giovani di vivere il festival dall’interno, partecipando tra
l’altro ad una giuria. Una tradizione ben consolidata se posso dire di avervi partecipato quando frequentavo la scuola magistrale
all’inizio degli anni ’60.
Il Festival si accinge a celebrare la 63 edizione con un agglomerato locarnese ancora frazionato in una decina di comuni che stentano
a dimostrare una concreta volontà aggregativa. Vi chiederete cosa c’entra l’aggregazione con il Festival. C’entra eccome.
Infatti nell’ambito dello Studio strategico per l’agglomerato locarnese è stato più volte evocato in concetto di “Locarno città del cinema” che
dovrebbe richiamare attorno al nucleo centrale del Festival, altre ambiziose iniziative, quali una facoltà di cinema, cineteca,
produzioni cinematografiche, e altro ancora. Il tutto naturalmente insediato in quella struttura attesa da tanti anni.
Orbene sono convinto che proprio la frammentazione e mi sia concesso anche la litigiosità tra i comuni ne abbia impedito la realizzazione.
In conclusione, considerata l’alta valenza culturale del Festival come pure le sue ricadute sull’immagine e sull’economia della regione
e l’agguerrita concorrenza, riteniamo che l’aumento del sostegno cantonale sia del tutto giustificato e in linea con la politica cantonale
di promozione culturale.
Parimenti ci auguriamo che nella prossima occasione in cui si parlerà di Festival, uno degli attori possa finalmente essere una città di 50'000 abitanti.
Messaggio del CdS e rapporto
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