Le leggi elettorali e il paradosso dell'AlabamaNuova Libera Stampa, 25 ottobre 1993 Le proposte del Dipartimento delle Istituzioni sulle modifiche da
apportare alle leggi concernenti le elezioni e le votazioni hanno già
provocato una valanga di prese di posizione, per lo più critiche,
da far sembrare inutile un ulteriore intervento in merito. Lascio ad altri
più competenti di me le considerazioni prettamente politiche, per
affrontare unicamente alcuni aspetti puramente aritmetici del problema.
In mezzo a tanti difetti la proposta dipartimentale ha se non altro il
merito di eliminare il metodo dei resti almeno per quanto riguarda il calcolo
della ripartizione dei seggi negli esecutivi, anche se, non si sa bene
per quale ragione, esso viene mantenuto per i legislativi. Eppure, come
mostrerò nel seguito, anche con un numero di seggi relativamente
grande, questo metodo comporta sfasature non di poco conto. Il metodo dei
resti è del resto già stato in passato oggetto di accese
polemiche. Fu ideato nel 1872 da Alexander Hamilton, ministro del tesoro
degli Stati Uniti, e adottato, con alcuni correttivi voluti da Tomas Jefferson,
quando si trattò di stabilire il numero di deputati al Congresso
a cui avesse diritto ogni singolo Stato. Nel 1871 un funzionario dell'ufficio
dei censimenti scoprì una ulteriore pecca di questo metodo che ne
dimostrava la mancanza di equità. Può capitare infatti che,
aumentando il numero totale dei seggi disponibili, uno Stato possa perdere
un seggio.
Se si porta il numero dei seggi da 26 a 27, il quoziente diventa 963 con questa nuova ripartizione.
Ne consegue che D perde un seggio nonostante che il totale dei posti disponibili sia aumentato. E' un altro elemento da aggiungere alla già lunga lista di iniquità di questo metodo di ripartizione. Il metodo della miglior media (Hagenbach-Bischoff) consiste, come si sa, nel dividere ad ogni passaggio il numero dei voti di partito per il numero di seggi già ottenuti aumentato di uno, e attribuire quindi un seggio in più al gruppo con la media più alta. Questo sistema evita in ogni caso il paradosso dell'Alabama. Senza entrare nei dettagli di calcolo, un'ultima tabella mostra, nei due casi, i risultati ancora diversi, ottenuti con questo metodo di ripartizione.
Bibliografia: Matematica Prima pagina |